Tanti progetti e siti presenti in internet hanno come scopo la monetizzazione del traffico, o per ripagare le spese di hosting o per ricavarne un vero e proprio guadagno, e questo si può ottenere solo con buoni quantitativi di traffico sul sito, la cui quantità effettiva può variare in base al tipo di servizio offerto dal sito stesso.Solitamente, se il sito è gratuito ci vuole tantissimo traffico, anche generico, per ottenere un certo guadagno, mentre se il sito offre servizi a pagamento ne basta meno, ma più qualificato e interessato ai servizi offerti dal sito.
Un esempio del funzionamento di questo meccanismo è Google, il motore di ricerca (nonché il sito in generale) più visitato del mondo. Google non chiede nessun tipo di pagamento ai suoi visitatori e offre i suoi servizi e i risultati delle sue ricerche in modo totalmente gratuito, indipendente da qualsiasi tipo di sponsorizzazione diretta e imparziale in quanto alimentato da un rigoroso algoritmo matematico, guadagnando solo con la vendita di spazi pubblicitari a chiunque ne faccia richiesta e la distribuzione delle campagne nei siti che mettono a disposizione del circuito un po’ del loro spazio.
Se Google iniziasse a pretendere dei pagamenti per i risultati delle ricerche o, ancora peggio, si facesse sponsorizzare da qualche multinazionale o corporate che modificasse i risultati per i propri interessi, non verrebbe più utilizzato praticamente da nessuno in pochissimo tempo.
Risulta quindi evidente la necessità di segmentare e “targettizzare” il traffico perché se ne possa trarre un vantaggio, segmentazione che diventa tanto più indispensabile (e profittevole) quanto più il sito è di nicchia. I siti che vendono o che si occupano di servizi o prodotti speciali, infatti, più degli altri hanno bisogno anche di poco traffico, ma che sia mirato e interessato ai servizi proposti.
È la segmentazione del traffico, il vero ostacolo che tutti coloro che si occupano di servizi web devono superare, e rappresenta una grande sfida per gli specialisti SEO. Le due più grandi fonti di traffico, attualmente, sono i motori di ricerca, con Google in testa, e le varie piattaforme di social networking, con Facebook al primo posto.
La differenza tra le due fonti di traffico è la qualità: Google, infatti, seleziona il traffico offrendo agli utenti una pagina dove sono contenuti i risultati più pertinenti alla ricerca eseguita, mentre Facebook, essendo un vero e proprio calderone delle condivisioni fini a se stesse, procura traffico segmentato in base ai gusti degli utenti, senza alcuna imparzialità.
Ma se è vero che gli utenti di profili Facebook personali utilizzano la piattaforma non spinti da desideri o utilità (che sono la base di ogni acquisto) ma semplicemente dalla vanità e dalla volontà di mostrarsi alle altre persone collegate, è anche vero che esistono modi più professionali e intelligenti di sfruttare la piattaforma a fini commerciali.
Quando si lavora con Facebook, infatti, bisogna imparare a trasformare il gusto personale in tendenza di massa attraverso i meccanismi delle condivisioni di contenuti virali e del passaparola, in un modo che potremmo definire un po’ subliminale per i mezzi che utilizza, ma che risulta molto efficace al fine di incrementare la visibilità di un sito.
Ancora, un sito molto specializzato e di nicchia deve trovare le giuste parole chiave che gli diano sostanza e significato all’interno della nicchia, dimostrarsi competitivo e concentrarsi sulla vendita di un servizio o di un prodotto per la monetizzazione.
Un sito generalista, al contrario, che offre servizi, prodotti e intrattenimento gratuito, monetizza più dalla quantità di traffico che dalla qualità, e spesso mette a disposizione degli utenti servizi gratuiti ottenendo guadagni dall’appalto degli spazi pubblicitari. Un classico esempio di questo meccanismo sono i siti da cui si possono scaricare gratuitamente suonerie per cellulari, e su cui compaiono pubblicità di cellulari, smartphone e accessori per la telefonia.